A conferma di questa tesi ritroviamo in località Serra i ruderi di un'antica fortificazione, chiamata "torre saracena" dagli indigeni, che sarebbe servita agli "Agatini" come torre d'avvistamento, vista anche la posizione strategica dalla quale si gode di un'ottima vista sullo stretto, per prevenire i continui assalti saraceni.
Il comune divenne completamente autonomo nel 1806 grazie alla ristrutturazione amministrativa operata da Giuseppe Bonaparte.
Il terremoto del 1783 e quello del 1908, insieme all'alluvione del 1951 provocano ingenti danni alla comunità danneggiando gravemente le due chiese presenti nel posto, una delle quali, quella del Santo patrono San Sebastiano, sarà riaperta definitivamente solo nel 2000.
L'economia del paese è prevalentemente fondata sull'agricoltura e sull'allevamento. In particolar modo si producono ottimi salumi e formaggi molto apprezzati in tutto il territorio reggino.
Il paese ha dato i natali a numerosi personaggi illustri. La più bella descrizione del posto è quella fatta dal Cardinale Luigi Tripepi e che qui di seguito viene riportata:
Ride di gigli e rose ogni pendice,
D'un zeffiro vital l'aura felice
Rinverde ognor la sponda innamorata;
Il cielo,a cui bella innocenza é grata,
Il nembo affrena,e la saetta ultrice;
Di queste balze eterna abitatrice
Erra Amistade e in queste balze è nata.Il campo aprico, la salvetta,il rio,
L'argenteo fonte,l'augellin loquace,
L'ombrosa valle,il rorido pendio;
Se il giorno splende,e se la notte tace,
Suonano ognor con lene mormorio;
Hanno il nido tra noi Virtude e Pace. »
(Cardinale Luigi Tripepi - poesia Cardeto, mia patria.)