Il dialetto

L'idioma parlato nel piccolo centro preaspromontano appartiene alla famiglia della lingua calabro-sicula o lingua siciliana. È la lingua più usata in ogni tipo di circostanza informale. Un idioma ricco di influenze linguistiche, dovute alle colonizzazioni, alle dominazioni ed alle incursioni di differenti popoli. Principalmente comunque il dialetto è composto dalle lingue classiche: il greco e il latino. Altrettanto importanti, comunque, sono le influenze arabe, francesi e spagnole.

Le influenze greche (bizantine)

È attestato l'utilizzo dell'idioma greco e della pratica del rito grecanico fino al Settecento. Il Barrio nel 1571 scriveva così: «Agatha graecum oppidum [...] Sunt in hoc agro pagi Cardetum et Misoripha. Incolae in communi sermone latina et graeca lingua utuntur, rem vero divinam graeca lingua graecoque ritu faciunt»,

e poi ancora il Marafioti nel 1601: «Dalla Motta partendoci n'incontra il fiume S. Agata, e sovra il fiume in un luogo alto circondato di sassosi precipitij, sta fabricato il castello chiamato S. Agata, nelle cui campagne sono due casali, cioè Cardito e Misorifa [...] In questo castello [...] gli uomini e donne sono molto accorti et animosi e parlano la lingua greca e nella stessa lingua si celebra la loro santa Messa, si ministrano i Sacramenti e si recitano i divini Uffizij».

Lo studioso Rodotà scriveva a meta del Settecento: «In Cardeto e in Montebello la lingua greca prevale di presente all'italiana. In S. Agata, in Armo, in Mosorrova, in San Lorenzo, nella Motta di S. Giovanni, in Melito e Bagaladi si usa dal volgo l'una e l'altra favella».

 Nel 1820, K.Witte, visitando l'Aspromonte grecanico scriveva: "In Cardeto parlasi un certo greco corrotto ed è il primo paese da questa parte della Provincia dove si parli il greco e l'italiano, ma il primo idioma in questo paese si parla da pochi".

Alla data della prima rilevazione generale delle minoranze straniere, eseguita in sede di censimento subito dopo l'unità (1881), la totalità degli abitanti di questo villaggio veniva indicata come greca (doveva trattarsi peraltro di una generalizzazione fortemente anacronistica, se solo quarant'anni più tardi la sommersione della grecità vi sarebbe risultata completa e definitiva).

Del "dialetto romaico cardetano" ne parla approfonditamente nel 1878 lo studioso G. Morosi il quale scrive: "....... Una quinta colonia era Cardeto, nel territorio di Gallina, in fondo alla valle solcata dalla fiumara di S. Agata; ma l'avito linguaggio, ancora vivo e vegeto a Bova e nelle terre circonvicine (1-4), è pressoché spento a Cardeto, dove soli due o tre vegliardi, e incompiutamente, lo serbano, ancora. Dei dialetti del mandamento di Bova, e di quello del capoluogo in ispecie, potei procacciarmi tanto materiale che valesse a darmene piena contezza; ma di quello di Cardeto non mi fu dato di raccogliere se non scarsi, nonchè preziosi, frammenti."; e ancora "Ora le concordanze son tante è tali, che non ci è lecito dubitare che il cardetano abbia col bovese, e sopratutto col rochuditano *, di gran lunga più stretta attinenza che non con qualsiasi altro dei dia- letti romaici fin qui conosciuti. Dobbiamo anzi dire senza esitazione, che il dial. di Cardeto e quelli di Bova e della vallata della Amendolea dovettero essere un tempo una sola e medesima favella. Ma, ciò posto, come si spiegano le differenze, pur non poche e di non poco momento, che tra questi e quello intercedono? Sono esse rampollate spontaneamente a Cardeto, fuori della influenza di alcun altro dialetto romaico? Non è possibile. Siffatte differenze dicono che il cardetano s'accosta ai dialetti peloponnesiaci ancor più che non facciano il bovese e gli altri a questo contermini. Non solo infatti le concordanze coi dial. peloponnesiaci e in particolare col mainoto e collo zaconio che avvertimmo nel bovese e ne' dialetti della Amendolea, ricorrono generalmente anche nel cardetano; ma le medesime concordanze riescono anzi nel cardetano maggiormente avvalorate, sia perchè son rese più evidenti e più sicure da più ricca o più conclusiva copia di esempj, sia perchè si ricompiono quando a Bova e nella vallata dell'Amendolea sono appena adombrate, e si riducono a regola costante quando lù devono solo ritenersi come ap- parizioni sporadiche.", arrivando a sostenere ".......Di qui verrà pur qualche lume alla storia di questa colonia e delle due vicine di Mosórrofa e di S. Agata, lo quali, a memoria d'uomini, un sessanta o settant'anni or sono, parlavano ancora generalmente il greco, e, per testimonianza de' vecchi di Cardeto, per l'appunto l'idioma stesso che va ora morendo, per non dir eh' è già morto, sulle labbra eziandio dei Cardetani. Dovremo ammettere, cioè, che la popolazione di queste colonie si componga, come la loro lingua, di un doppio elemento: che il nocciolo primitivo sia di coloni venuti dalla stessa regione della Grecia, probabilmente dal settentrione o dall'occidente del Peloponneso, e nel tempo istesso che i coloni i quali abitarono Bova e la vallata della Amendolea; e che intorno a questo nocciolo sia venuta più tardi a raccogliersi una colonia novella, derivata dall'oriente o dal mezzodì dello stesso Peloponneso, dall' Argolide, o, come sembra ancor più probabile, dalla Laconia."  

Anche se oramai il greco di Calabria è scomparso da queste terre, molte sono le parole ed i toponimi che risentono dell'influenza grecanica.
  
Vocaboli

chjastima - Βλαστήμια flastimia (bestemmia)
bucalàci - boubalàkion (lumaca)
buccàli - baukalion (boccale)
bùmbula - bombule (piccola brocca per l'acqua)
calandruni - kalòs ("bello") e andros ("uomo"), cioè "bell'uomo grande"
catuoju - katogheion (porcile, stanza bassa)
carcarazza - karakáksa (gazza)
catinazzu - katanàssò, battere fortemente i piedi per terra (espressione di rabbia)
carcariari - karkáiro, rimbombo (ridere in continuazione)
ciuramita - keramidion (tegola)
ciuràsa - kerasos (ciliegia)
curcuci - kourkoùkia, noccioli (ciccioli)
cuddhura - kollyra (pane di forma circolare)
fulea - Φωλιά folia nido
firriari - féromai, correre, lanciarsi
giufà - koùfos semplicione
gurna - goùrna, vasca piena d'acqua, stagno, buca piena d’acqua
'nguniare - gonia angolo (accovacciarsi)
grasta o 'rasta - gastra (vaso per fiori)
jinia - Γένια jenia prole, razza
jimbu - ky’mbé, gobba (gobba)
ncasari - anagkázo, premere, calcare (socchiudere, connettere una cosa con un'altra)
mpaticari - empatéò (pestare con i piedi)
'mpizzàri - (eks)èpeson (perdere, sciupare, sprecare)
'nàca - nàke (culla)
jiersu - cerso (terreno incolto)
paddecu - pidekos, babbuino (rozzo)
pizzolu - pezoùlion, banco di pietra (soglia della porta, sedile di pietra, scalino)
putiga - apotheke (catalano botiga) bottega
petrusìnu - petroselinon (prezzemolo)
pricopa - Βερίκοκο precopi albicocca
scutolari - koutulo scuotere, sbattere
schimizzi - brutto
scìfu - skyphos (coppa)
scordo - skordon (aglio)
siddiare - Ενοχλώ siddieggo annoiare
singa - Γραμμή singa linea
spittuda - Spinthulla, Spinter, Spitha (Scintilla)
spuría - sporia (striscia di campo)
tiganu - tèganon (pentola, tegame)
timogna - themoonia (cumulo di grano)
zzìmbaru - xìmaros (caprone)
Toponimi
Ambèle - vigneto
Cartami
katalyma (composto da keitun e lùo = "luogo dove sciolgo"), etimologicamente significa "luogo dove si sciolgono le bestie (come, caravanserraglio), luogo dove si fa tappa, luogo dove si toglie il basto agli animali, ripostiglio per il grano".
katàlimni (più probabile) composto da katà ("sotto") e limni ("lago"), dunque "che sta sotto il lago"
Castanea - forse da Kastanìa (omonima città greca) o Castanea (lat. castagno, inteso come "castagneto")
Chiumputo - finito
Chieti – dal nome della ninfa delle acque Thetis
Crupazza - da crupi ("vaso"). Vicino peraltro a Zuccaladi (vedi)
Dromo – bosco, selva, querceto o via, strada (drymòs)
Iriti - dal nome dea Iris, messagera degli dei
Mandalà - mandalion "chiavistello". Probabilmente luogo nel quale venivano fabbricate le serrature, le chiavi, i "mandagghi" (stesso etimo).
Laccu – "pietra" o "luogo pietroso" (lakkos)
Lanzariu - anzaro ("luogo pianeggiante presso un dirupo, altura, terrazzamento")
Liddu - ligda untume (fanghiglia lasciata dallo scorrere dei torrenti)
Malacrinò - vedi cognomi
Mallemaci - vedi cognomi
Piraino – nome del ciclope Piracmone (o lat. pirus "pero", inteso come "luogo di pere")
Riacedu - Ryaki ("piccolo ruscello")
Zuccaladi - composto zuccalà e adi (Zuccalà - "pignataio, venditore o fabricante di 'pignate', pentole, vasi in terracotta" e il suffisso -adi "luogo di"). Vedi anche Crupazza. Probabilmente insieme alla Crupazza erano le zone in cui veniva prodotto e/o venduto il pentolame.

Cognomi

Crea - carne
Cilione - discendente della famiglia Cilea (ventre)
Denisi - Dionigi (nome personale in Grecia)
Doldo - Lanternari, portatori sani di luce
Focà - foca (nome personale in Grecia)
Fotia - fuoco
Malacrinò - bruno
Mallamaci - oro
Manti - indovino
Megale - grande
Micò - papavero
Neniani - Neniaton pianto (lat. nenia dal quale potrebbe derivare il cognome Nania)
Pitasi - cappello
Pizzimenti - salmerie militari
Plutino - arricchito
Praticò - attivo
Rodà - rosa
Romeo - uomo greco di Costantinopoli (bizantino) oppure può derivare da "Romam eo", che è complemento di moto a luogo (si trattava di pellegrini che andavano a Roma), oppure da "(ex) Roma eo" che è complemento di moto da luogo (si trattava di cavalieri, nobili che da Roma partivano per le crociate).
Russo - grandi stalloni
Sgrò - dai capelli ricciuti
Tripepi - degno di Dio

Le influenze arabe
ambatula - batil ("invano, è inutile che")
balata - balat ("lastra di pietra")
cantaru - kindar (misura di quantità corrispondente a circa 90 kg)
carùbba - harrub [carrubba (frutto del carrubbo)]
gèbbia - gebḥ ("vasca d’acqua per irrigazione")
giuggiulèda - giulgiulan ("seme di sesamo")
gàdhra - adara ("ernia")
lattariari - laktariza ("desiderio ardente, penarsi")
musuluca - musluk ("specie di mozzarella")
rassari - arasa ("allontanare")
rifardirsi - rafarda ("tirarsi indietro, rifiutarsi")
saladda - salad ("coperta di lana")
tambùtu - tabut ("bara")
tùminu / tuminàta - tumn ("tomolo" (misura terriera))
zaccànu - sakan "recinto per le bestie"
zibbibbu - zabīb ("tipo di uva a grossi chicchi")

Toponimi

Cartalimi - qal’at limi "forte, castello", fortificazione di Limi (incerto). Il prefisso qal'at vuole significare "fortificazione muraria" e ricorre molto spesso nella toponomastica siciliana (Caltagirone, Calatafimi ecc.); vedi anche toponimi greci.

Rahali - (H aspirata) erano costruzioni in pietra, fortini, servivano all'epoca per avvistamento di navi sulle coste dei mari, erano anche luoghi di riposo, di rifornimento, costruiti in pietra. Da qui potrebbe derivare anche il verbo "rahari" - "stancarsi". Tutt'oggi Rahali è un luogo di rifornimento vista anche la presenza di una sorgente d'acqua di cui si approfitta per rifocillarsi anche durante la processione della Madonna di Mallemace.

Cognomi

Bosurgi - bozurg "grande" (anche latino boves-urgeo "conduttore di grosso bestiame")
Morabito - "eremita"
Vadalà - abd-allah "servo di Allah"

Le influenze francesi

Vocaboli

broccia - broche "forchetta"
buffettuni - bufeton "schiaffone"
catugghiari - chatouiller "solleticare"
jiffula - gifle "schiaffo"
mangiasuma - demangeaison "prurito"
sciampagniuni - champagnon "buontempone"
sgarrari - egarer "sbagliare"
stuiari - estoyer "pulire"
brasceri - brasier "braciere"
buàtta > boîte "lattina"
bucceri > bouchier "macellaio"
(a)'ccattàri > acheter "comprare"
custureri - couturier "sarto"
fumeri - fumier "letame"
'muccatùri - mouchoir "fazzoletto"
muntuvari - mentevoir "menzionare, nominare"
munzedu - moncel "cumulo, piccolo monte"
perciàri - percer "bucare, perforare"
racìna - raisin "uva"
ràggia - rage "rabbia"
sùrici - souris "topo"
travagghiàri - travaller "lavorare"
zappino - sapin "abete"

dal provençal (lingua occitana):

ddumari - allumar (accendere)

Cognomi

Arfuso - deriva dal nome franco-normanno Artus. Nella realtà locale la "t" si è trasformata in "f" mentre nel reggino il cognome è diventato Artuso.

Quattrone - dovrebbe derivare da soprannomi dialettali originati dal termine francese quarteron ("quarta parte di una moneta equivalente al 25 cents o comunque quarta parte di un tutto").

Le influenze spagnole

Dal castigliano

bontatusu - bontadoso "pieno di bontà"
cciappa - chapa "pietra larga e poco spessa"
capezza - cabeza "testa"
custureri - costorero "sarto"
cucchiàra - cuchara "cucchiaio"
palumba - paloma "colomba"
pignata - piňata "pentola"
scupetta - escopeta "fucile"
scamogghi - escamujo "pretesti"

Dal catalano

'nzertari - encertar "indovinare"
'muccatùri - mocador "fazzoletto"
prèscia - pressa "fretta"
timpa > timba "dirupo"

Toponimi

Garcea/Castellano - potrebbe derivare dal cognome del proprietario di quelle terre. Garcia Castellano infatti è un cognome molto diffuso in Spagna

Terusa - variante spagnola del nome Teresa

Cognomi

Guarnaccia - di origine angioina e sta a indicare i conciatori della tela con cui venivano confezionate le “'ncirate” o mantelli impermeabili.
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