lunedì 23 aprile 2007

ITINERARI D'ASPROMONTE

Le cascate dell'Aposcipo
Altitudini: da 1350 a 1500 metriDurata dei percorso 4-5 ore, andata e ritorno Autostrada SA-RC uscita Bagnara, strada per Sant'Eufemia d'Aspromonte, Gambarie. Proseguire per Reggia Calabria e deviare per Montalto, al bivio di Materazzelli scendere lungo una stradella fino a Canovai dov'è attrezzata un'area della Guardia Forestale. Li bisogna lasciare l'automobile. Si segue quindi una stradina sulla riva del torrente e dopo il bivio si sale a destra lungo la linea che separa la valle dei Ferraina da quella dell'Aposcipo.
Ad una curva a "U" si lascia la stradella e si piega a sinistra sul crinale e si prosegue lungo il crinale. Si raggiunge un pianoro folto di querce e con i ruderi di una capanna di pietra. Si comincia a scendere lungo il costone a zig zag che porta di fronte alla cascata che fuoriesce con forza dalla gola e con un salto di 80 metri precipita nel laghetto sottostante.

Le cascate del Ferraina
Altitudini: da 1300 a 1350 metriDurata del percorso: 3 ore, andata e ritorno. Fino alla località Canovai l'itinerario è come il precedente. Lasciata l'automobile, si prosegue lungo il sentiero sulla riva destra del torrente prima attraverso un bosco di pini, poi nella faggeta e accanto a grandi roveri. Al bivio non deviare a destra e dopo poco si raggiunge un pianoro, a sinistra sull'orlo di un dirupo lo scheletro di un albero schiantato dalla folgore. Da questo albero si comincia a scendere lungo il costone tra boschi di rovere e pini, il sentiero si fa meno percettibile fino a raggiungere un piccolo spiazzo.
Si lascia il costone spostandosi a sinistra, quasi a ridosso di una parete erosa e si scende. Alla fine, superato un piccolo salto tra le radici di una rovere ci si trova di fronte all'angolo bellissimo che chiude le cascate del Ferraina.

Le cascate del Menta-Amendolea
Altitudini: da 1100 a 1300 metriDurata dei percorso: 4-5 ore, andata e ritorno. Fino a Gambarie il percorso è come per gli itinerari precedenti. Poco oltre Gambarie si prende la strada per Montalto. Dopo qualche chilometro si devia a destra lungo la strada asfaltata segnata dal cartello che indica lavori di costruzione della diga sul Menta e che scende verso il fondo valle. Raggiunto il cantiere si lascia l'automobile. Si scende quindi lungo la strada del cantiere fin sul greto del fiume, si segue la stradella che ridiscende costeggiando il torrente. Il sentiero risale nuovamente fino ad un culmine con una radura ingombra di massi e di radi alberi.
Si scende poi lungo il pendio sulla destra fino al punto in cui sulla sinistra appaiono evidenti tracce di erosione del terreno. Un sentiero appena distinguibile si snoda a mezza costa sul pendio a sinistra superando una frana ed un ruscello fino a raggiungere un belvedere tra le rocce da cui si gode della vista completa delle bellissime cascate. Si può raggiungere la base delle cascate scendendo liberamente il costone fin sul greto del torrente.

Dal sanatorio di Zervò al monte Scorda Altitudini: da 1150 a 1570 metri
Durata del percorso 5 ore e mezza 6 ore, andata e ritorno.Autostrada SA-RC uscita per Gioia Tauro, continuare per Taurianova e Cittanova, e seguire poi verso Gerace e Locri. Raggiunto il Passo del Mercante si devia a destra verso lo Zomaro. Si prosegue poi diritto fino al Sanatorio di Zervò, un complesso di edifici abbandonati. Li si lascia l'automobile e si prosegue a piedi seguendo una stradella che va oltre il Sanatorio e attraversa un magnifico bosco di faggi e abeti bianchi ricco di ruscelli e fonti.

Da monte lofri a Croce di Dio sia lodato
Altitudini: da 970 a 1463 metriDurata del percorso: 5 ore e mezza 6, andata e ritornoL'itinerario si snoda quasi interamente su un crinale scoperto. Si tratta di un accesso solitario e spettacolare all'Aspromonte dal quale si dominano due delle più belle vallate dell'intero massiccio. Proseguendo oltre la Croce di Dio sia lodato si può seguire sentiero che porta a Canovai nel cuore del parco nazionale e sulle pendici del Montalto attraverso il quale si può attuare la traversata del massiccio.Dalla statale jonica 106 a sud di Locri, deviare verso l'interno, verso Samo.
Dal paese si prosegue lungo la strada per Pineta Monte Iofri. Superato Monte lofri si continua lungo la strada a tratti asfaltata e a tratti a fondo naturale e si arriva ad un casello forestale e un po' più sotto ad uno spiazzo. Li si lascia l'automobile. Ci si incammina lungo un sentiero che taglia il rimboschimento e con alcuni tornanti e saliscendi segue la linea della cresta. Il sentiero passa nel mezzo di grandi querceti e apre vedute a destra sulla gola della fiumara Butramo e a sinistra sulla valle della La Verde. Si prosegue fino ad incontrare la sbarra del parco nazionale. Oltre la sbarra il sentiero in alcuni punti scompare a causa delle frane, si aggira la cresta sulla destra in vista della gola del Butramo.
Si giunge ad una piccola sella sotto la pendice di Croce di Dio sia lodato. Si abbandona il sentiero che prosegue e si risale la pendice stessa direttamente lungo un camminamento che si inerpica a zig zag. Si passa attraverso un bosco di grandi roveri, si giunge ad un piano incrociando un sentiero che viene da Canovai. Si gira a sinistra e poco dopo si raggiunge il panoramico poggio di Croce di Dio sia lodato.

"Itinerari d'Aspromonte: antichi e di recente riscoperta"
Da Locri a Gerace a Zòmaro a Bovalino a San Luca a Polsi a Bianco a Caraffa a Samo. Da Bova Marina a Bova superiore a Roghudi a Casalnuovo ad Africo a Pietrapennata a S. Elia a Gambarie a Montalto.
Da Bova a Delianuova esiste un sentiero tracciato che serviva agli scambi tra le popolazioni del versante ionico e quelle dell'Aspromonte che si affaccia sul Tirreno come ad esempio quelli di Delianuova.
Da Bova a Rogudi a Delianuova (che con Galliciano costituiscono il cuore della Calabria grecanica) si arriva ai Piani da dove si scende verso Amendolea. Lasciata la strada in cemento, si segue il sentiero che scende verso Lestizi. In questo tratto gli alberi dominanti sono la guercia e il Leccio. Dopo Lestizi il sentiero scende insinuandosi in profondi valloni che fungono da collettori d'acqua durante il periodo invernale. Si scende fino a Noì caratteristica per i casolari sparsi e le masserie. Da qui si raggiunge la fiumara Amendolea seguendola per un tratto e attraversandola per arrivare in vista del vecchio abitato di Rogudi, lasciato il quale si riprende il sentiero che arriva a Ghorio di Rogudi.
Da qui il sentiero, in terreno arido e pietroso sale fino a quota 1156: il paesaggio diventa alpestre. Si supera passo Vividdo e si sale al monte Cavallo 1331 m., dove la vegetazione si infittisce. Si prosegue fino ad arrivare ad una imponente frana che scarica nella fiumara Amendolea. Di fronte si vede una montagna intera che scivola a valle, è la frana di Colella. Il sentiero continua fino alle pinete di Pesdavoli.
Lasciata Pesdavoli si segue una sterrata in salita lungo il crinale. Qui a dominare sono il Pino Laricio che divide lo spazio con il Faggio e l'Abete. Dopo la strada che congiunge Gambarie a Polsi, si prende il sentiero che raggiunge la verde radura di Portella Materazzi.Dopo questa località ci si inoltra in direzione nord-est seguendo un sentiero tra faggete e radure caratterizzate dal Ginepro. Si raggiunge la località Serro Falcone a m. 1782. Si prosegue tra boschi di Faggio, si supera un bivio che smista due strade su i due versanti ionico e tirrenico.
Si riprende il sentiero immerso nelle faggete e si raggiunge Pietra Tagliata a m. 1751. Da qui a Portella Cannavari con i suoi giardini di Persefone e scendendo a sud-est verso il versante orientale si raggiungono le pinete dei Piani di Carmelia. Da Carmelia si segue un sentiero che scende tra boschi di Leccio, si supera il puntone di Laccu e si continua a scendere. Il Leccio lascia il posto al Castagno e al sottobosco. Continuando a scendere si giunge alle prime case di Delianuova.
Da Samo a Montalto. L'antica Samo (oggi Samo di Calabria) è costituita da un Comune che ebbe la denominazione nel 1911. Si possono vedere i ruderi antichi che si fondono con il paesaggio. Il collegamento con la costa è assicurato dalla rotabile che porta a Bianco. Più difficile invece è il percorso montano che si inerpica in zone disabitate tra boschi e valloni. E il regno dei sentieri e dei tratturi che ancor oggi consentono l'accesso alla zona. La natura è incontaminata e si possonorintracciare le orme del passato.Da Samo nuova verso l'antica Samo si scende al vallone di Santa Caterina. Si lascia la strada asfaltata e ci si immette nel sentiero che porta a Precacore.
La vegetazione è bassa, tipica dell'Aspromonte orientale, ciò consente la vista di magnifici panorami. Raggiunto il puntone di Arcà, il sentiero si snoda sulle pendici del monte Jofri le cui pareti sono a picco e si prosegue attraverso un bosco di pini fino alla località di Manu Monacu e da li fino a Canovai, al casello forestale: siamo nel parco nazionale della Calabria. Per arrivare a Montalto si segue la strada sterrata che fiancheggia a sinistra la fiumara Ferraina, la si attraversa e si prosegue tra boschi di Faggio, Abeti e Pini. Dopo Croce Serrata si segue il sentiero Giardini-Ferraghena che attraversa boschi di fitta vegetazione e si sale verso Montalto, la cima più alta dell'Aspromonte m. 1956.
Sulla vetta, la statua del Cristo benedicente e la rosa dei venti.
Da Gambarie a Carmelia. Si attraversa il bosco di Gambarie fino alla fiumara Saltovecchia, la si attraversa e si prosegue sul sentiero fino ad arrivare ai Piani di Quarti e poi alla sorgente Acqua del Monaco. Si continua ancora fino a raggiungere il cippo Garibaldi e poi il passo delle due fiumare. Da li ai Piani di Melia, fino a raggiungere Carmelia.
Da Carmelia a Zervò si passa Portella Mastrangelo lungo le pendici del monte Fistocchio dove si incontrano squarci di ottimi panorami. Si scende dolcemente in direzione nord-est sulla strada che porta a Zervò e dopo poco si raggiunge il Sanatorio, grande costruzione realizzata negli anni venti che oggi ospita la "Comunità Incontro" di don Pierino Gelmini.
Da Zervò verso Trepitò e verso Santa Caterina d'Aspromonte, le pinete di Piano dello Zillastro, la valle dell'uomo morto Serro Lungo e infine il bosco di Trepitò e il monte Caturella.
Dal bosco di Trepitò verso Ciminà, il Piano Vaccarizzo, Zomaro. Al bivio si può scegliere il sentiero verso la Fonte dell'Acqua Bianca e proseguire fino a Cittanova e al Passo del Mercante che collega il versante fonico a quello tirrenico. Questa è una zona di interesse archeologico del periodo romano con le supposte fortificazioni di Spartaco. Proseguendo fino alla pineta del Piano Maschera, si arriva a Canolo nuovo.
Dal Passo del Mercante si può raggiungere il Passo della Limina. A partire da Canolo attraverso i Piani Mortelle. Dal Passo della Limina il "sentiero del brigante" lascia l'Aspromonte e si inoltra nelle Serre catanzaresi. Si arriva alla diga sul Metrano sopra Galatro fino al Passo della Croce Ferrata e poi alla contrada Angelella e a Fabrizia. Da qui attraverso una zona caratterizzata da colture e terrazzamenti, si giunge a Contrada Santa Maria e quindi a Mongiana con le tipiche fumanti carbonaie. Da qui si prosegue per Bivonqi e Stilo. Si cammina tra boschi sul sentiero che porta al Passo di Pietraspada vicino al monte Pecoraro.
Continuando tra i boschi si arriva alla Ferdinandea, un'ampia tenuta boschiva di epoca borbonica e successivamente alle cascate del Marmarico fino a raggiungere Bivongi e quindi Stilo.
Da Gambarie si arriva in mezzo a una grande pineta al mausoleo di Garibaldi che ricorda la data del 29 agosto 1862 in cui il popolare eroe dei due mondi venne ferito.Da Gambarie fino alla Piazza Nino Martino che ricorda il temuto brigante del 600, attraverso la località Piani di Quarto.
Da Gambarie ai Piani di Melia verso Carmelia per scendere verso il Tirreno, valicare l'Aspromonte e raggiungere i paesi della fascia ionica
Da Gambarie al Monte Basilicò coperto di boschi di Faggio e abetaie. Dal monte si scende per tornare a Gambarie e da lì giungere a Santo Stefano d'Aspromonte attraverso un sentiero tra boschi di castagni. Si risale quindi fino al vivaio forestale di Cucullaro e poi tra uliveti e Querce fino a Mannoli.

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