sabato 14 aprile 2007

LE INFLUENZE LINGUISTICHE SUL NOSTRO DIALETTO E SUL DIALETTO CALABRESE IN GENERALE

Il greco è l'altro elemento fortemente caratterizzante del dialetto Calabrese, è straordinariamente rappresentato dalla lingua parlata nella parte meridionale, in particolar modo nella provincia di Reggio Calabria. Per lungo tempo in gran parte della zona il Grecanico era la lingua più parlata, oggi solo in alcuni centri quali Bova, Roghudi, pochi altri paesi della zona dell'Amendolea e alcuni quartieri di Reggio vi sono anziani che parlano questa lingua calabro-greca.
La persistenza del grecanico nella Calabria meridionale, ovvero la sua tarda latinizzazione, ha avuto in Gerhard Rohlfs il suo più convinto assertore. Lo studioso tedesco, ha percorso per quasi cinquant'anni la regione cercando sul posto il riscontro dei suoi studi: l'esistenza di due Calabrie, di etnia e lingua diverse. Che la lingua greca sia abbondantemente rappresentata nel dialetto della Calabria meridionale non vi sono dubbi. I riscontri sono infatti moltissimi: le opposizioni di voci per indicare uno stesso oggetto o animale o pianta sono evidenti nelle due Calabrie; la costruzione verbale ha un impronta greca precisa nel dialetto calabro-meridionale; in molti toponimi e cognomi tale impronta è agevolmente rintracciabile.
Ecco dunque, in una prima tabella di confronto, greco e latino in alcuni nomi di animali:
Calabrese meridionale Calabrese settentrionale Italiano
agrofàcu - ranùnchiulu - ranocchio
zinnapòtamu - lìtria / ìtria - lontra
'bampurìddha / lampurìdda - vampurìddha/ culilùcida - lucciola

Confrontando i termini, la loro diversità appare abbastanza evidente e certamente nasce dal differente substrato linguistico da cui essi si originano. Nella Calabria meridionale il ricordo del greco è così chiaro da non richiedere ulteriori approfondimenti. In effetti è facile riconoscere nell'identificativo alcuni animali, piante e oggetti la derivazione greca:
Calabrese meridionale - Greco - Italiano
'zinnapòtamu - kynopotamus - lontra
batràci / agrofàcu - botrakòs - ranocchio
'bampurìddha / lampurìdda - vampurìddha - lucciola
capìzza - capistru - cavezza
sìrtu / sìrti - sùrtes - tirabrace
'nnàca - nàke - culla
jilòna - chelòne - testuggine
'geramìda - keràmidion - tegola
timogna - themoonia - cumulo di grano
'zìmbaru / 'zìmmaru - xìmaros - caprone
purtuàllu - portokàlos - arancia
ciràsa / 'geràsa - keràsa - ciliegie
scìfa - skyphos - coppa
cantàru - kantharos - tazza
L'elemento greco nel lessico calabrese meridionale non si esaurisce semplicemente nell'uso di vocaboli così evidentemente derivati dalla lingua greca, poiché anche il modo di esprimersi tradisce questo substrato.
Ecco ad esempio dei modi di esprimersi nella Calabria meridionale:
Italiano Calabrese meridionale
voglio mangiare vogghju u (i) mangiu
voglio dormire vogghju u (i) dormu

Dopo i verbi che esprimono una volontà o una azione, nel dialetto della Calabria meridionale non si usa l'infinito che viene sostituito tramite una congiunzione. Tale modo di dire è presente, sic et simpliciter, nella popolazione grecanica di Bova (Thèlo na ciumithò). Quindi ecco ad esempio che l'infinito torna ad essere normalmente usato con il vero potere:
Italiano Calabrese meridionale
posso mangiare pòzzu mangiàri
posso dormire pòzzu dòrmiri

Nella Calabria settentrionale ci si esprime normalmente sempre con l'uso "italiano" dell'infinito, anche con i verbi che esprimono volontà. Anche in queste costruzioni verbali (es. nel periodo ipotetico) il modo di esprimersi è identico al greco.
Ecco alcuni esempi di cognomi calabresi d'origine greca:
Cognome italiano - Termine greco - Traduzione
Calogero - kalogheros monaco
Crea - kreas - carne
Crupi - kouroupes - tosato
Scordo - skordon - aglio
Delfino - delphys - delfino

Le incursioni saracene sulle coste calabresi verso la fine del primo millennio e gli scambi commerciali dell'epoca hanno lasciato traccia nel dialetto calabrese. I Saraceni non esercitarono mai un dominio nella attuale Calabria, limitandosi a delle frequenti incursioni sulle coste tra X secolo e XI secolo. Essendo padroni incontrastati della Sicilia, gli Arabi sfruttarono la loro posizione privilegiata per sottoporre le città costiere della Calabria a tributi e comunque intrattenendo rapporti commerciali e di scambio. Tutto questo comportò un mutamento, se pur minimo, della lingua calabra con diversi "arabismi" la cui presenza è ancora oggi dimostrabile. Ecco degli esempi:
Calabrese - Arabo - Italiano
tùminu / tuminàta - tumn - tomolo (misura terriera)
zìrra / zìrru zir - recipiente per l'olio
'guajera - adara - ernia
limbìccu - al-ambiq - moccio
carubba - harrub - carrubba (frutto del carrubbo)
sciàbaca / sciabachèju - sabaka - rete da pesca
zaccànu - sakan - recinto per le bestie

Ma l'eredità saracena non si ferma al solo lessico, la si può scoprire anche in alcuni cognomi di origine Araba:
Cognome calabrese - Termine arabo - Traduzione
Modafferi - muzzafar - vittorioso
Bosurgi - buzurg - grande
Naimo - na'im - delicato
Nesci - nasi (pronuncia nasci) - giovane
Tafuri / Tafuro - taifuri - fabbricante di stoviglie
Per completezza di informazione e di giudizio il latinista Giuseppe Pensabene nel suo Cognomi e toponimi in Calabria, non riporta le voci Naim e Tafuri esprimendo anche perplessità su Nesci, ma sugli altri non ha dubbi: i cognomi Modafferi e Bosurgi hanno derivazione latina e non araba:
Cognome calabrese - Costruzione latina - Traduzione - Significato
Modafferi - modus + fero - portatore di equilibrio, di misura - uomo equilibrato
Bosurgi - boves + urgeo - spingo i buoi - conduttore di grosso bestiame

Un'altra lingua rappresentata nel vernacolo calabrese, verosimilmente penetrata con i normanni e gli angioini, è il francese. Come già accennato, la Calabria fu sotto la dominazione normanna dal 1060 fino a quasi tutto il XII secolo ed è chiaro che le parole del lessico calabrese di derivazione francofona siano penetrate in tale periodo. Ecco alcuni francesismi nel dialetto di Calabria:
Calabrese - Francese - Italiano
accia - ache - sedano
arrocculàri - reculer - rotolare
perciàri - percer - bucare, perforare
buccirìa / vuccerìa - boucherie - macelleria
accattàri / 'cattàri - acheter - comprare
sciarabàllu - char à bancs - veicolo sbatacchiato
spilatràppu / spilandràppa - sparadrap - cerotto
'muccatùri - mouchoir - fazzoletto
sùrici - souris - topo
racìna - raisin -uva
buàtta - boîte - lattina
mustàzzi - moustache - baffi
'ndùja - andouille - salame
Il francese comunque è una lingua neolatina e tra il 1266 e il 1442 la casa d'Angiò teneva sotto la sua corona il Regno di Napoli. I cognomi con desinenza finale in -eri e -ieri sono di origine Normanna.
Altre lingue, come lo Spagnolo o il Tedesco, hanno lasciato tracce trascurabili e tutt'oggi di difficile interpretazione.

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