mercoledì 25 luglio 2007

Le mani delle cosche sulle Omeca

Da www.giornaledicalabria.net

Operazione a Reggio della Polizia di Stato. Colpito il clan dei Labate che agisce nella zona Sud di Reggio


REGGIO CALABRIA. La Polizia di Stato di Reggio Calabria ha portato a termine una vasta operazione contro la criminalità calabrese, arrestando appartenenti alla cosca mafiosa dei “Labate”; numerose sono state le perquisizioni nei confronti degli esponenti dell’organizzazione, con l’impiego di centinaia di uomini della Polizia di Stato. I componenti dell’associazione, storicamente presente ed operante nel territorio urbano della zona sud di Reggio Calabria nei quartieri Sbarre e Gebbione, sono tutti accusati di essersi associati per acquisire, con il metodo intimidatorio e con l’uso di armi da fuoco ed esplosivi, il controllo del territorio e di attività commerciali e di imporre tangenti agli operatori economici della zona. L’operazione giunge al termine di una lunga ed articolata fase investigativa della Squadra Mobile di Reggio Calabria che ha permesso di far luce su gravi episodi di danneggiamenti avvenuti nella zona. La cosca operava le pressioni tramite minacce, percosse, invio di plichi contenenti proiettili, incendi di autovetture, in particolare nei confronti dei dirigenti e dei quadri dello stabilimento reggino “O.ME.CA.” facente capo alla “Breda Costruzioni Ferroviarie”. L’O.ME.CA opera nella produzione, la costruzione e la ristrutturazione di materiale rotabile ferroviario, costituendo con la propria attività il più grande sfogo occupazionale del capoluogo reggino. Le assunzioni di parte del personale sono state, talvolta, il frutto, non di scelte dettate dalle regole del libero mercato, bensì delle determinazioni imposte dagli appartenenti alla famiglia Labate, con l’evidente scopo non solo di favorire economicamente familiari e consociati assunti, ma anche di costituire una propria forte rappresentanza all’interno dell’azienda. La cosca ha anche costretto l’amministratore di una nota catena di supermercati ad acquistare due ulteriori punti vendita ad un prezzo doppio rispetto al reale valore. L’associazione criminale, inoltre, promuoveva ed organizzava, gestendo le relative scommesse, competizioni agonistiche non autorizzate, in particolare corse clandestine di cavalli, che venivano dopati per migliorarne le prestazioni. Le persone arrestate dalla polizia in esecuzione di un provvedimento restrittivo del Gip Natina Praticò sono: Pietro Labate, 56 anni, detenuto a Spoleto, ritenuto il capo dell’omonima cosca; Candeloro Caccamo, (74), detenuto per altra causa; Orazio Assumma, (48), pregiudicato; Canale Giuseppe Antonio Santo (39); Santo Gambello (32); Pietro Ielo (35); Roberto Roberti (35); Aurelio Lito (25); Antonino Gaetano Cacciamo (22); Angelo Caccamo (25); Fabio Caccamo (26); Giuseppe Marra (48); Oberto Mirandoli (23); Andrea Cuzzucoli (21); Benito Emanuele Labate (21); Giovanni Gullì (44); David Fumante (35); Carmelo D’Amico (34); Giovanni Caccamo (32); Pietro Pennestrì (30); Angiolo Messineo, (44); Cesare Graziano (44); Paolo Falcone (38); Pasquale Militano (23); Annunziato Nato (28) e Paolo Sicari (60). I ricercati, invece, sono: Michele Labate, 56 anni; Francesco Salvatore Labate (41); Antonino Labate (57); Santo Labate (50); Giovanni Caccamo (59); Fabio Morabito (36); Paolo Labate di Michele (22); Andrea Labate (23) e Paolo Labate di Antonino (23).

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